15 ottobre 2007

Perchè non voto alle primarie

Articolo di Alessandro Cisilin pubblicato sulla rivista online Megachip - Democrazia nella comunicazione il giorno 13.10.2007

Non era una scelta scontata e non è un ostentato vanto ideologico. Al contrario, è un grido di dolore. Per una volta mi sentirei “centro”, di “quelli che spostano i voti ”. Stando sempre a sinistra, non ho mai spostato granché.

Stavolta invece sarebbe il mio turno, perché avendo votato di tutto all'interno dell'area dai Ds a Rifondazione (nel segreto dell'urna…), la scelta di starci o non starci ha il peso potenziale di un indirizzo. E l'indirizzo era a priori favorevole, avendo spesso optato di premiare con la mia crocetta, anziché un'appartenenza che non ho, il coraggio di per sé di aggregare, per ribellione anti-ideologica e anti-feudale.

Volevo farlo, dunque, anche se non sono “i miei”, per dare una personale impronta agli equilibri interni di un soggetto che comunque, non foss'altro per obbligo di coalizione, mi piacerebbe che continuasse a governare. Ero disposto a perdonare tutto, anche le mille parole di Veltroni che non dicono nulla. Assolutamente nulla, spalmato nelle interviste fiume che occupano sempre più stabilmente le prime, seconde e terze pagine dei più potenti giornali mainstream. Con domande che non ha bisogno neppure di evadere, perché sui nodi più urgenti di quella che dovrebbe essere la politica, dalla dilagante povertà, alla crisi del welfare, ai monopoli mediatici, all'emergenza climatica, non si chiede niente, e non c'è niente da dire, salvo qualche sporadico “ bisogna occuparsi di ”. Nulla, al di là dei suoi posizionamenti rispetto a Prodi, a Bertinotti, alla moglie di Berlusconi, a Scola, a Kennedy, al suo impulso caritatevole per l'Africa e alla sua assenza di nemici. Il nulla elevato a strategia politica che, nella migliore delle ipotesi, va valutato come il più grande trionfo democristiano mascherato a “ riformismo ” - perché il conflitto sociale va solamente addormentato e mai affrontato con una qualche rottura o presa di posizione - nella peggiore come uno stimolo esplosivo alla più bieca antipolitica.

Ero comunque pronto a tutto, anche a ignorare quest'assenza di contenuti così offensiva di un'appartenenza, non solo partitica, ma addirittura civile. Magari anche per dare un segno contro il candidato-unico. Anche perché, spiegano gli analisti, meno gente voterà, più larga sarà la maggioranza che sarà riservata a lui e all'apparato che nell'operazione cerca di sopravvivere al naturale destino di essere spazzati via dalla storia politica del paese in un salvifico ricambio ideologico, generazionale, di classe e di genere.

Il nodo insuperabile è però proprio questo. E' il nuovo soggetto politico a non volermi, non il contrario. Si vota con la legge Calderoli, a liste bloccate, non ci si poteva di fatto candidare a livello indipendente, non si poteva neppure proporre un candidato proprio alla leadership, perché senza le strutture del doppio-partito era praticamente impossibile, non solo vincere, ma anche raccogliere in tempo le firme necessarie (vedi il caso Colombo). E adesso, non si può neppure votare sperando che il quinto della lista diventi il primo. Il voto finisce in una gerarchia preordinata, senza possibilità di preferenza. Vince per norma statutaria quello cooptato dal partito: i leader di sezione, gli assessori, i consiglieri, qualche altro nome-noto nominato dall'alto, con magari la facciata di un po' di stranieri e donne, piazzate in seggi generalmente perdenti. Certo, i bindiani hanno un po' di volti femminili in più, i lettiani un bel po' di trentenni. Ma in tutti i casi (salvo risicate eccezioni) si riproduce il meccanismo della cooptazione dall'alto, ossia per definizione il contrario di uno straccio di rinnovamento.

E' quindi il complesso dell'operazione a rappresentare (non-contenuti a parte) la più colossale beffa al concetto di una costruzione popolare di partito. Col pessimo gusto di una campagna propagandistica estesa alle porte delle scuole, a spiegare ai sedicenni che democrazia significa preferenze obbligate, e che se mai si volessero mettere in testa di diventare protagonisti anziché elettori-strumenti, la strada non sarà quella di mobilitarsi in qualche battaglia civile, bensì di ingraziarsi il capo-sezione, con la speranza della contropartita di una candidatura a Sua nomina.

Enorme rispetto per le decine di migliaia di militanti che domenica allestiscono i seggi. E se si aggiunge solo qualche amico o parente di ciascuno di loro, voteranno almeno un paio di milioni. E' cosa loro, però. E' una magnifica operazione mediatica di autoriproduzione, per frenare il ricambio politico e umano, anziché promuoverlo, con l'intollerabile menzogna dell'obiettivo opposto. Una sola speranza dalla vecchia classe dirigente e dai loro figli e adepti: che a spoglio ultimato prendano atto che se la cosiddetta antipolitica esplode proprio mentre si costruisce il loro nuovo soggetto politico, non si tratta di una coincidenza.

27 maggio 2007

The final countdown



Pensione da parlamentare: dopo 2 anni e mezzo di contributi versati

Pensione da lavoro dipendente: dopo 38 anni di contributi versati

A NOI LO SCALONE E A LORO LO SCIVOLO!!
(Beppe Grillo, tour 2007 Reset - venerdì 01 giugno al PalaMazzola di Taranto)

13 aprile 2007

Petizione per l'abolizione del canone Telecom

"Quanto a eleganza e raffinatezza, il capitalismo italiano si colloca in un ambito che sta tra le gare di rutti e l'elezione di miss maglietta bagnata. Ha tutti i difetti del capitalismo, che sono parecchi, e in più è italiano, cioè furbetto e pecione, assistito e aiutato, per essere precisi aiutato a fare soldi suoi con i soldi nostri. Ora che si parla tanto di Telecom (se la vogliono comprare texani, messicani, francesi, spagnoli, marziani e chissà chi altro), la tentazione di andare a cercare in archivio notizie di dieci anni fa è forte. Dieci anni fa, ci pensate? Quando la destra italiana decise di privatizzare Telecom per darla in mano ai «capitani coraggiosi». Se non vado a cercare in archivio è per un solo motivo: potrei scoprire, scoraggiandomi parecchio, che non fu per niente la destra a compiere quell'immane cazzata, ma una sinistra affascinata dal capitale, dai suoi trucchetti e dal suoi Tronchetti, che giocava alla merchant bank con l'entusiasmo stupito di un bambino che scopre il Monopoli. In generale, il capitalismo italiano funziona in tre semplici passaggi. Primo passo: si urla e si strepita perché un'azienda è pubblica, segno di medievale arretratezza. Secondo passo: la si compra a prezzi stracciati, e si giustifica lo sconto con il fatto che in questo modo si modernizza il paese. Terzo passo: modernissimi ma indebitati fino al collo, la si vende agli stranieri (grande distribuzione, autostrade, Telecom, eccetera eccetera). A questo punto interviene la politica. Eh, no! Agli stranieri no! E si scopre che la rete telefonica è un settore strategico. Cioè esattamente la stessa cosa che dicevano dieci anni fa quelli contrari alla privatizzazione, trattati come trogloditi, passatisti, premoderni, fessi e conservatori. Mentre i moderni si vede, dopo dieci anni, che bella figura! A pensarci, le gare di rutti sono più eleganti. Hanno il pregio che a un certo punto si smette, e si torna a casa pensando a quanto si è scemi. Una cosa che col capitalismo italiano non succede mai."
(articolo di Alessandro Robecchi, tratto da Il Manifesto, pubblicato domenica 18/04/2007)

Alcune indagini televisive (Report, Le Iene) hanno dimostrato che Telecom non effettua investimenti tali da necessitare ancora del canone telefonico. L'associazione Anti Digital Divide ha intrapreso una petizione on line per chiedere l'abolizione del canone telefonico e del canone addizionale sulle linee ADSL senza voce (linea dati). Invitiamo tutti a visitare il sito e a firmare (è possibile raggiungere direttamente la pagina dell'iniziativa cliccando sul banner che opportunamente abbiamo collocato tra gli altri links, a destra di questa pagina).

23 marzo 2007

Congresso dei Democratici di Sinistra di Ginosa

Nei giorni 14 e 15 marzo si è tenuto il congresso dei Democratici di Sinistra nella sezione "G. Latorre" di Ginosa. L'intera assemblea si è espressa su due punti: per la mozione congressuale e per l'elezione del segretario cittadino DS.
Il giorno 14 sono state presentate le 3 mozioni congressuali, ovvero:
- Per il partito democratico - 1° mozione, Fassino;
- A sinistra. Per il socialismo europeo - 2° mozione, Mussi;
- Per un partito nuovo, democratico e socialista - 3° mozione, Angius-Zani
Lo stesso giorno sono state decise le modalità di voto: voto segreto per la scelta della mozione; voto palese per l'elezione del segretario sezionale. A seguire sono intervenuti (quasi) tutti i rappresentanti dei partiti del centro-sinistra ginosino, che hanno salutato e anticipato la discussione tenutasi il giorno seguente nel medesimo luogo.
Il giorno 15, dopo un intenso dibattito in merito al futuro del partito e alla sua azione politica locale e nazionale, l'assemblea ha votato in maggioranza per la 1° mozione congressuale, ovvero la mozione Fassino. Tale scelta è stata spiegata e giustificata dalla convinzione dell'importanza di costituire un nuovo soggetto politico, alias Partito Democratico, che sia una "casa comune" per le forze politiche riformiste, laiche e cattoliche, che gia da tempo condividono strategie ed obiettivi per il Paese.
Inoltre l'assemblea ha riconfermato a segretario della sezione DS ginosina l'uscente Lorenzo Cardinale, riconoscendone la militanza e l'impegno per il partito e la causa. Lorenzo ha espresso a sua volta grande soddisfazione e gratitudine nei confronti dei presenti, tutti suoi sostenitori dal momento che è stato eletto all'unanimità.
Per l'occasione, i DS locali hanno invitato tutti (partiti, movimenti, singoli cittadini) a partecipare all'evento… compresi alcuni sedicenti partiti (ginosini) di centro-sinistra che, diversamente, i congressi preferisce svolgerli "in famiglia" e che spuntano come funghi 15 giorni prima le elezioni!! Per quanto riguarda invece i consessi dei partiti di centro-destra… lasciamo stare! Per questi pseudo-partiti l'anti-democrazia è un elemento caratterizzante! ... poi dicono che i cittadini prendono le distanze dalla politica! Cmq… auguri Lorenzo, buon lavoro!!

17 marzo 2007

Dico: ecco le novità

Alcune settimane fa il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge per il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, redatto a sua volta dai ministri Bindi e Pollastrini. L'Unione raggiunge l'accordo all'unanimità. Unici assenti i ministri Pecoraro Scanio e Mastella (quest'ultimo si è dichiarato contrario). La bozza sarà esaminata dal Parlamento nelle prossime settimane. La via italiana al riconoscimento delle unioni di fatto si chiamerà Dico (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), non più Pacs. Un passo in avanti (seppur molto timido) se si considera che tra i Paesi europei, l'Italia resta la sola a non offrire alcun riconoscimento giuridico alle coppie di fatto etero e omosessuali. A ben vedere, sembra essere uno dei tanti compromessi all'italiana. «Si è trovato un punto di equilibrio, nel senso che ognuno ha dovuto lasciare qualcosa per strada» ha dichiarato a caldo il ministro Bianchi. Peccato parlare di "compromesso" quando si tratta di riconoscere diritti di tante coppie, etero o omosessuali che siano.
Le coppie di fatto sono una realtà ormai diffusa e socialmente accettata dalle nuove e, in parte, dalle vecchie generazioni. Il fatto che tale fenomeno continui ad essere ignorato dimostra come parte della classe dirigente italiana sia insensibile ai cambiamenti sociali e ai problemi reali dei comuni cittadini. Permane quindi un deficit di rappresentanza democratica: una classe politica "vecchia" che rappresenta (pardon… "pretende" di rappresentare, dato che si tratta di "nominati", non di eletti!) una società "avanti" in termini di tolleranza. Insomma una sostanziale asimmetria tra governanti e governati.
A ciò si aggiunge l'ingerenza sempre più pressante del Vaticano, soprattutto nei confronti dei teodem dell'attuale maggioranza. Infatti la scomunica nei confronti del ddl e del governo non tarda ad arrivare. Il cardinale Ruini non rinuncia al suo piglio interventista, pronunciando discorsi sempre più frequenti ai limiti… del Concordato e dello stesso art. 7 della Costituzione. Da tempo la CEI ha assunto un atteggiamento tipico dei regimi teocratici, rivendicando il diritto di detenere il monopolio sulla morale familiare nonostante le nuove istanze che i radicali cambiamenti sociali hanno inevitabilmente generato.
Occorrerebbe una legge che fosse in sintonia con i bisogni del Paese reale. Al di là delle convinzioni religiose personali, il Parlamento ed il governo hanno il dovere di garantire libertà, diritti e pari dignità ad ognuno, operando secondo i criteri di laicità che la Costituzione sancisce.
La bozza prevede diversi aspetti positivi, ma non troppo. D'altronde non c'è da stupirsi: il provvedimento (come la maggior parte dei provvedimenti finora adottati) è un riflesso della coalizione di centro-sinistra, composta da cattolici e laici.
Sostanzialmente il ddl prevede: la compilazione di un modulo all'anagrafe, da parte dei conviventi, che non è una «dichiarazione congiunta» di convivenza e che al più potrà essere «contestuale»; la delega alle strutture ospedaliere (pubbliche e private) per la disciplina delle modalità di esercizio, da parte del convivente, del diritto di assistenza ospedaliera al partner malato; il riconoscimento del diritto a «ciascun convivente di designare l'altro quale suo rappresentante in materia di salute, (…) modalità di trattamento del corpo e, in caso di morte, le celebrazioni funerarie»; vengono altresì riconosciuti diritti che riguardano l'assegnazione delle case popolari, la successione nell'affitto della casa («purché la convivenza perduri da almeno tre anni»); per la reversibilità della pensione sarà necessario «un requisito di durata minima della convivenza» e dopo «il riordino della normativa previdenziale e pensionistica» (se ci sarà); il diritto di eredità («successione legittima») solo dopo nove anni di convivenza dichiarata e accertata.
Valutando la composizione politica del Parlamento, si prevede un iter parlamentare non facile. A ciò si aggiunge la probabilità che il ddl venga sottoposto inizialmente al vaglio del Senato. Per cui, data l'esigua maggioranza, ciò che probabilmente si verificherà sarà un ulteriore indebolimento del provvedimento, ad opera dei teodem di destra e di sinistra che si uniranno per l'occasione. L'Udeur ha gia annunciato che voterà contro. Gli esponenti cattolici della Casa delle Libertà si oppongono al provvedimento, i laici finora non si sono mostrati disponibili. Come ha dichiarato Katia Belillo (PdCI), sarebbe un "miracolo" se il provvedimento venisse approvato così com'è. Non occorre farsi illusioni.

06 marzo 2007

Rifondazione Comunista a Ginosa

Qualcosa si muove a sinistra. Dopo alcuni anni di assenza, il partito per la Rifondazione Comunista torna ad avere una sede a Ginosa! Venerdì 17 febbraio, in concomitanza con la manifestazione vicentina (che tra l'altro ha visto una grandissima partecipazione), in Via Giordano Bruno n° 36 è stata inaugurata la nuova sede dedicata ad "Enrico Berlinguer". Moltissimi i presenti, soprattutto giovani. Moltissime le iniziative in cantiere che vedranno la luce nelle prossime settimane.
In ordine, hanno preso la parola il segretario pro tempore RC Damiano Pollicoro, la responsabile dei Giovani Comunisti/e Vanessa Arduo e l'assessore provinciale Pietro Giacovelli: tutti hanno espresso grande soddisfazione per l'inaugurazione e per il lavoro svolto nel periodo di latenza. A seguire sono intervenuti diversi rappresentanti delle locali organizzazioni, politiche e non, augurando tutti buon lavoro al direttivo appena costituitosi.
Numerosi i riferimenti simbolici all'interno della sede, tra l'altro molto accogliente. Tra bandiere rosse, foto di Berlinguer, Gramsci e Che Guevara, ciò che più s'impone all'attenzione è il "FrigoRif" (nella foto), tutto color di rosso con un'imponente falce e martello gialla, ristrutturato pazientemente dalle ragazze e dai ragazzi e che, come spiegano, è divenuto simbolo dell'impegno civile che s'intende promuovere, soprattutto tra le giovani generazioni.
Oltre alla sede "fisica", anche se con minor solennità è stato inaugurato anche un blog, quale punto d'incontro "virtuale" tra internauti e quanti di loro vorranno partecipare. Fine ultimo del blog è quello di stabilire un intenso e costante contatto con la gente, attraverso la libera condivisione di opinioni, idee, progetti.
L'indirizzo del blog è: rifondazioneginosa.blogspot.com
Per contatti e-mail: rif.comunista.ginosa@hotmail.it
Da parte nostra, un caloroso augurio di buon lavoro a tutti i compagni del circolo "Berlinguer"!

21 febbraio 2007

Manifesto de "la Fucina"

Di seguito, pubblichiamo il manifesto del collettivo “la Fucina”. Da marzo 2007 in poi sarà pubblicata periodicamente l’omonima rivista, che verrà distribuita nella città di Matera.

La Fucina è un manifesto autonomo, promuove la libera circolazione di idee, opinioni e iniziative.
La sua azione è diretta a favorire l'incontro, il confronto e la sintesi di interpretazioni, riflessioni e pareri con lo scopo di attuare ed incentivare il dialogo e l'espressione tra individui e tesi, al fine di promuovere un metodo comunicativo di partecipazione e civile maturazione.
La Fucina incoraggia e da spazio a qualsiasi realtà, locale e non, che informa, educa in una accezione culturale e formativa.
I suoi contenuti sono plurimi e danno spazio a tutte le discipline che si riferiscono che rispondano a quanto sopra detto.
La Fucina è composto da persone che deplorano lo strumento della violenza come mezzo di risoluzione dei dissidi, si oppone ai fondamentalismi, di qualsiasi matrice ed ispirazione dunque all'imperialismo, la logica neocoloniale, ed è per l'autodeterminazione dei popoli; è antifascista.
La Fucina crede che la vera libertà dell'individuo, non si manifesti nella sola possibilità di scegliere tra "alternative" imposte, politiche e commerciali ma nel riconoscimento della propria dignità e che si realizza con la condivisione della diversità e della accettazione reciproca.
La espressione della dignità personale si palesa tramite l'affermazione dell'individuo in virtù delle proprie caratteristiche e peculiarità, la pluralità e poliformità della informazione, il confronto civile e leale e l'assenza di qualsiasi manipolazione atta a lederla, tramite il plagio, la suggestione e la persuasione, specie se latente. La Fucina s'ispira alle concezioni di eguaglianza sociale, giuridica, dunque alle pari opportunità e trattamento.

20 gennaio 2007

Aboliamo i costi di ricarica!

Alcuni giorni fa, il Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, oltre ad annunciare (a Ballarò) ulteriori liberalizzazioni in diversi settori, ha anche dichiarato di voler intervenire sui costi di ricarica dei telefonini, applicati ingiustamente dai gestori di telefonia mobile.
Questa è davvero una bella notizia!... se non si considera che tale dichiarazione sa di strumentalizzazione politica e che non è stata data al vero promotore la possibilità mediatica di pronunciarsi sulla questione. Cmq questa è un’altra storia... (pare che sia stata risolta).

Il promotore (quello vero!) dell'iniziativa è il giovane studente Andrea D’Ambra (in foto, insieme a Beppe Grillo) che da tempo denuncia l’illegittimità del cartello dei gestori di telefonia mobile italiani e che dall’Aprile 2006 raccoglie firme (ad oggi più di 800mila) per l’abolizione dei c.d. "costi di ricarica" dei telefoni cellulari. Ciò che D’Ambra denuncia nel suo sito aboliamoli.eu , è un’anomalia tutta italiana! Infatti, mentre in tutti gli altri Paesi europei si paga solo ciò che si consuma, in Italia si paga il "costo di ricarica" che (attenzione!) non è una tassa/imposta governativa, bensì un abuso dei gestori telefonici al fine di fare più soldi a scapito dei consumatori (ad esempio: 10 Euro per ottenere 8 Euro di credito, 2 Euro sono i costi di ricarica; 25 Euro per ottenere 20 Euro di credito, 5 Euro sono i costi di ricarica; ecc...).
D’Ambra spiega che tutto è partito dalla sua petizione on-line che, solo questa, ha fatto scattare l’intervento prima della Commissione Europea e poi delle Authority italiane Antitrust ed Agcom (che sino ad oggi stavano dormendo!); spiega inoltre che oggi, sedicenti associazioni dei consumatori, cercano di prendersi i meriti dell’iniziativa, mentre inizialmente nessuna associazione si era interessata alla questione.

Noi bloggers aderiamo a tale petizione e invitiamo tutti a firmare on-line. Per aderire o per informazioni dettagliate (c’è anche la possibilità di iscriversi alla newsletter, per essere costantemente aggiornati) è possibile accedere direttamente al sito aboliamoli.eu oppure cliccare sull’apposito link a destra di questa pagina (tra gli altri links).
NB: il promotore della petizione invita tutti a conservare le ricevute o le schede delle ricariche telefoniche gia effettuate! Forse ci sarà un rimborso, quindi… CONSERVATELE!

04 dicembre 2006

Picchio ergo sum (fascista)

"A seguito dell'ennesimo atto di vandalismo registrato in un quartiere torinese - assediato, terrorizzato e devastato dalla cieca violenza extracomunitaria - noi Legionari di Forza Nuova abbiamo deciso di scendere in quelle stesse strade, dimostrando con orgoglio l'amore e l'insaldabile legame che ci unisce alla nostra Patria, alle sue tradizioni e al suo destino. Senza auto, ma marciando nella notte in compagnia dei nostri canti, siamo giunti in via Burzio sospinti da quella gioia interiore che unisce tutti i camerati in una santa fratellanza. Un manipolo di cento Legionari Forzanovisti che ha invitato gli abitanti a scuotersi dal torpore, a ridestare le coscienze dall'ottundimento generale, a riprendere in mano le redini del proprio destino, a comprendere con maggiore lucidità le gravi responsabilità di una vampiresca classe politica che, dall'immigrazione selvaggia e senza regole, trae evidenti vantaggi economici ed elettorali".

Questo è quanto si può leggere sul sito di Forza Nuova, una delle formazioni tra le più attive nel panorama dei movimenti della destra italiana.

A chi crede che i rischi connessi all'intolleranza politica oggi siano stati azzerati bisogna chiarire come, nonostante siano passati alcuni decenni dal periodo più "turbolento" della storia della repubblica, quello delle bombe e dei tentativi di golpe e magari non è più presente una regia internazionale atta a indirizzare la situazione socio-politica del nostro Paese in determinate direzioni, rimangono ben vivi (ahinoi!) comportamenti, una mentalità ed un sistema di valori che mantiene una impostazione violenta di vedere e trattare, non solo chi la pensa diversamente ma proprio ancor più profondamente è diverso.
Accade cosi che immigrati, omosessuali ed in generale persone che non somigliano alla tanto invocata "fibra gloriosa che garantisca il futuro del nostro popolo" che consenta di "combattere le battaglie fondamentali dell’Onore e della Civiltà", diventano i bersagli favoriti di una mentalità fascista che recluta adepti tra gli strati più disagiati e impressionabili.

Accade cosi che nel nostro Paese, nel solo 2006 siano più di cento le aggressioni certificate e denunciate da parte di skinheads e neofascisti militanti contro centri sociali, frequentatori di centri sociali, compagni, antifascisti, omosessuali, immigrati, studenti, testimoni di Geova, ecc.
I metodi?... I soliti! Si va da "semplici" insulti verbali, atti vandalici e minaccie agli schiaffi e spintoni a mò di provocazione quando non sono arrabbiati (di cui lo stesso che scrive è stato fatto oggetto la scorsa settimana a Bari assieme ad amici la cui semplice colpa era quella di stare antipatici ad un gruppo di squadristi) sino al repertorio "classico" di manganellate, pestaggi, aggressioni accomunate dalla gratuità quanto dalla immotivatezza.

Certo, ai loro occhi non sono poi cosi immotivate... il loro collage di valori e doveri giustifica, anzi, spinge per il solito bene per la Patria e cose del genere, specie per l'onore, dal quale le loro gesta sono pervase (lo stesso che li porta ad aggredire persone che stanno per cacchi loro, sole e disarmate) a spendersi per la nostra civiltà "quotidianamente stuprata e umiliata da balordi senza patria". Questi moderni, ma che allo stesso tempo affondano le radici in un passato lontano quanto malsano, disadattati dei giorni nostri che tra i loro più raffinati pensatori annoverano gente i cui punti politici presentano un mix di populismo più una serie di concetti cardine del tipo "restituire l'Italia agli italiani" e di mettere sotto embargo... la Cina... (?!?) sono senza dubbio un pericolo per molta gente... ed in questo non fanno davvero discriminazioni.

22 novembre 2006

SOS Gaza, SOS informazione

Sabato 18 novembre, si sono svolte due manifestazioni: una a Milano, l’altra a Roma. Obiettivo comune delle manifestazioni è stato quello di avvicinare il popolo di centrosinistra e sensibilizzare i cittadini alle tematiche mediorientali. Tutto si è svolto nella (quasi) totale indifferenza del servizio pubblico: anche con questo governo, la RAI non ha mandato alcuna diretta televisiva (tranne Rai Tre, per circa mezz’ora).
La manifestazione di Milano, organizzata dalla Tavola della Pace, ha visto la partecipazione della maggior parte dei partiti di governo del centrosinistra (DS, Margherita, Rifondazione, Verdi), dei sindacati CGIL, CISL e moltissime associazioni.
Al corteo di Roma, organizzato dal Forum Palestina, hanno partecipato come ogni anno PdCI, Cobas e diversi centri sociali ed associazioni.
Due piattaforme abbastanza diverse tra loro. A Milano si manifestava, in maniera abbastanza generica ed equilibrata, contro il terrorismo e a favore della convivenza pacifica tra i due popoli in conflitto, facendo proprio il motto "due popoli due stati". A Roma, invece, la manifestazione ha sollevato questioni precise e generato allarmismi: il corteo ha manifestato contro la politica guerrafondaia di Israele verso i palestinesi e il Libano, chiedendo la revoca dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele ratificato nel 2005 e (ahinoi!) bruciando manichini e citando slogan ormai famosi.

I commenti ex post da parte di telegiornalisti e chierici vari, sono stati, a dir poco, raccapriccianti! Nessun Tg, nessun programma di "sprofondamento", nessun Dottor Vespa di turno ha tematizzato la sostanza delle manifestazioni che, anche se con modalità diverse, hanno cercato di catturare l’attenzione degli italiani sul tema della questione mediorientale e, in particolare, palestinese.
Tra matrimoni Vip e dimissioni di avvocaticchi, l’attenzione dei "disinformatori" si è concentrata sul "grande tema" se è giusto o sbagliato bruciare bandiere o gridare cattivi slogan alle manifestazioni, cercando (anzi!) di tematizzare la legittimità dell’essere comunista a questo mondo.
Inutile dire che bruciare bandiere e recitare slogan poco ortodossi sono atti che, se giustificabili sotto certi aspetti, non fanno altro che offuscare il vero messaggio politico che si intende manifestare… come è inutile ripetere che essere contro la politica (?) di Israele non significa essere antisemita…; però, è importante sottolineare la stupidità e la tendenziosità di alcuni programmi d’informazione che, a loro volta, vengono utilizzati come "armi di distrazione di massa" da parte del potere politico, economico e culturale per fuorviare o nascondere i veri problemi ai cittadini-fruitori televisivi.

13 novembre 2006

L'ONU condanna il "bloqueo" su Cuba

Mercoledì 8 novembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU), per la 15° volta consecutiva, ha approvato una risoluzione che condanna il pesante embargo economico che gli Stati Uniti impongono a Cuba.
La risoluzione, elaborata dal Segretario generale ONU Kofi Annan, intitolata "La necessità di mettere fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti su Cuba", denuncia le pressioni e le minacce che il Governo USA perpetra nei confronti, sia delle banche straniere, sia dei cittadini che vorrebbero tenere relazioni con l’isola caraibica. Tale risoluzione è stata approvata a larghissima maggioranza: su 188 nazioni, 183 favorevoli alla risoluzione, 4 contrari (tra cui USA e Israele) e 1 astenuto (Micronesia).
Il "bloqueo" (così chiamato dai cubani) pesa sull’isola della Revolución dal 1962 nonostante l’alternanza alla presidenza degli Stati Uniti che negli anni c’è stata tra democratici e repubblicani.
Il Ministro cubano per le Relazioni Estere, Felipe Pèrez Roque, in un suo discorso, ha definito il bloqueo come "la guerra economica più lunga e crudele che la storia abbia conosciuto" e che "costituisce una violazione del diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite". Roque ha anche ricordato a tutti i rappresentanti delle nazioni che gli USA hanno anche approvato nuove misure per rinforzare ed ampliare l’embargo commerciale e finanziario.

Anche Papa Giovanni Paolo II, a seguito della 13° risoluzione dell’ottobre 2004, si pronunciò contro "l’invisibile muro dei Carabi". Queste le parole del Papa: "la Santa Sede desidera vivamente che si possano superare quanto prima gli ostacoli che impediscono la libera comunicazione e gli scambi commerciali fra Cuba e parte della comunità internazionale, arrivando mediante un dialogo rispettoso e aperto a tutti, alla condizione necessaria per un autentico sviluppo".
Del resto, Papa Wojtyla non mancò mai di sottolineare che "le differenze di pensiero non devono produrre alcuna forma di conflittualità sociale".

A quanto pare, gli Stati Uniti non intendono porre fine al blocco economico e all’unilateralismo criminale che caratterizza i propri interventi, in barba al principio di “autodeterminazione dei popoli”, alle norme di diritto internazionale e alla autorità dell’ONU che, a sua volta, viene beffata per l’ennesima volta (come quando l’ONU condannò l’intervento militare illegale degli USA contro l’Iraq).
Ora, alcune domande sorgono spontanee: è giusto sanzionare un governo (legittimo!) soltanto per mancanza di "affinità ideologiche"?!? O, addirittura, gli USA intendono esportare con le bombe "la loro democrazia a stelle e strisce" anche a Cuba (come in Iraq, ecc)?!?

08 novembre 2006

Risultati del week-end calcistico ginosino (4-5/11/2006)

Nella 6° giornata del campionato regionale di serie C2 di calcio a 5 , le compagini ginosine ottengono una vittoria (Team Ginosa) e una sconfitta (Parma Club Ginosa).
Sabato 4 novembre, il Team Ginosa ha ospitato lo Sport 2000 Putignano vincendo per 2-0. Una vittoria sofferta, come si evince dal risultato, ma che proietta la squadra a (soli) 2 punti dalla zona play-off. E’ ancora presto per stabilire gli obbiettivi degli uomini di mister Noia, ma siamo certi che con un pò di continuità si potrà raggiungere una posizione in classifica di tutto rispetto. I marcatori di giornata sono stati Malvai e Spinelli. Ottima la presenza di pubblico.

Nella stessa giornata il Parma Club Ginosa è stato impegnato nella difficile trasferta contro il Noci. Le condizioni metereologiche (temperature vicino a 0° C) hanno reso ancora più duro l’incontro. Dopo un avvio di gara equilibrato (0-0 i primi 20 minuti) il Parma Club Ginosa ha cominciato a cedere qualcosa agli avversari, chiudendo la prima frazione sul 4-1 (gol ginosino di capitan Iacovino su tiro libero). Nella seconda frazione di gara si è assistito al solito calo fisico e alla solita mancanza di concentrazione della compagine ginosina, che ha prodotto una sorta di tiro al bersaglio fissando il risultato finale sul 12-1. Questo il quintetto titolare schierato da mister Parisi: Chiancone G., Mastrodomenico G., Iacovino V., Pupino R., Parisi B.
Speriamo che questa sfilza di risultati negativi si interrompa e si riesca ad incamerare i primi punti nella gara casalinga di sabato prossimo (avversario di turno il Calcio Pellegrino Castellana Grotte).

Domenica 5 novembre, ancora un risultato positivo per l’A.S. Ginosa nella 2° giornata del campionato provinciale di terza categoria. Dopo l’esordio vittorioso sul non facile campo di Talsano contro l’Anspi (partita sospesa a causa del comportamento violento da parte del portiere di casa ai danni del direttore di gara) con il risultato di 0-1 per il Ginosa (gol di Guida), gli uomini di mister Giosuè hanno ottenuto un buon pareggio tra le mura amiche del T. Miani contro i tarantini del Paolo VI, squadra candidata alla vittoria finale. Dopo aver subito un gol nel primo tempo, i biancazzurri hanno agguantato il pareggio con un bel gol del giovanissimo Lovecchio, che ha deviato in porta una palla di testa, crossata benissimo dal limite da De Tommaso. Buona presenza di pubblico nonostante il freddo che ha attanagliato la città in questa domenica di calcio.

04 novembre 2006

Taranto: mò avast!!!

L’inverno è alle porte. Sicuramente a breve si ritornerà a parlare di “emergenza gas”. E allora che si fa? Alcuni vedono la soluzione nei rigassificatori (impianto ad alto impatto ambientale). Altri si oppongono ed invitano i governanti ad adottare misure alternative che siano sicure, efficaci e non inquinanti.
Domenica 29 ottobre, il programma televisivo Report (Rai Tre) condotto da Milena Gabanelli, ha dedicato una puntata ai rigassificatori e alle fonti energetiche rinnovabili. L’inchiesta “A tutto gas” curata da Michele Buono e Piero Riccardi, parte da Taranto. A ben vedere, pare che i rigassificatori si prestano non tanto ai bisogni reali dei cittadini, quanto a logiche di mercato.
Infatti, numerose sono le contraddizioni:
- la società spagnola Gas Natural ha chiesto l’autorizzazione alle amministrazioni locali e ai ministeri competenti per poter costruire un rigassificatore per la trasformazione di gas liquido a Taranto, in una zona già profondamente martoriata dall’inquinamento prodotto dagli impianti presenti (Ilva, Agip, Cementir) e nonostante lo scoppio di uno dei serbatoi della raffineria Agip avvenuto il 1° maggio 2006 che ha provocato non pochi danni (e chissà quanti altri né avrebbe provocato se lì, in quella zona, ci fosse stato un rigassificatore!);
- si parla di “emergenza gas”, quando alcune importanti società italiane nei momenti di bisogno hanno esportato all’estero energia elettrica prodotta dal nostro gas importato (un paradosso!);
- nel 2005 il premio Nobel Carlo Rubbia è stato cacciato dall’Enea da parte del Governo Berluska e sostituito da un “ingegnere” della Lega Nord di discutibili competenze. Il Professore era intenzionato a realizzare in Italia una centrale elettrica ad energia solare, attività che tutt’oggi continua a realizzare in Spagna. Si!... Lo stesso Paese della Gas Natural… Ormai barattiamo i Nobel per i rigassificatori!!;
- si tende a “dimenticare” che i Paesi fornitori come Russia e Algeria hanno più interesse loro ad esportare, che noi ad importare gas. Nonostante ciò, siamo certi che a breve politicanti e media inizieranno, di nuovo come l’anno scorso, a diffondere un clima allarmistico, quanto immotivato;
- mentre la Germania investe sulle energie rinnovabili (fotovoltaico, isolamento termico, ecc.) producendo più energia di quanto ne serva ad impatto zero (addirittura immettendo parte di essa nella rete nazionale), in Italia, nonostante il bel sole che ci illumina e riscalda, si vuole investire sui rigassificatori.

A Taranto, lo scorso 30 settembre, i Comitati di Taranto, Grottaglie e Brindisi, con il sostegno dei commercianti della Confcommercio, insieme a moltissimi cittadini hanno ribadito il loro “NO al rigassificatore” e manifestato il proprio dissenso verso “certe politiche” che assumono diverse logiche, tranne quelle dovute: il benessere dei cittadini e la tutela ambientale.
Il Comitato contro il rigassificatore, ha promosso una “petizione popolare contro la realizzazione del rigassificatore” a Taranto e a Brindisi, raccogliendo le firme di tutti coloro che non intendono continuare a sopportare decisioni dall’alto, ingiuste e soprattutto dannose per la salute e l’ambiente.

Al fine di una maggiore sensibilizzazione, anche noi autori di questo blog abbiamo deciso di contribuire alla raccolta delle adesioni nell’ambito territoriale che ci è possibile frequentare. Per firmare la petizione potete contattarci all’indirizzo e-mail coffeeandcigarettes11@gmail.com o lasciare commenti in questo blog nella sezione "comments" (a meno che non ci si trovi in giro).
Per maggiori informazioni o per divenire “cittadino attivo” contribuendo alla raccolta firme, è possibile scaricare tutto il materiale necessario (modulo, adesivo e volantino) dal sito www.tarantosociale.org
Facciamoci sentire! Le alternative sono possibili!

«Se vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore rispondere, con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima agricoltura» Archita (428 a.C. – 347 a.C.)