04 dicembre 2006

Picchio ergo sum (fascista)

"A seguito dell'ennesimo atto di vandalismo registrato in un quartiere torinese - assediato, terrorizzato e devastato dalla cieca violenza extracomunitaria - noi Legionari di Forza Nuova abbiamo deciso di scendere in quelle stesse strade, dimostrando con orgoglio l'amore e l'insaldabile legame che ci unisce alla nostra Patria, alle sue tradizioni e al suo destino. Senza auto, ma marciando nella notte in compagnia dei nostri canti, siamo giunti in via Burzio sospinti da quella gioia interiore che unisce tutti i camerati in una santa fratellanza. Un manipolo di cento Legionari Forzanovisti che ha invitato gli abitanti a scuotersi dal torpore, a ridestare le coscienze dall'ottundimento generale, a riprendere in mano le redini del proprio destino, a comprendere con maggiore lucidità le gravi responsabilità di una vampiresca classe politica che, dall'immigrazione selvaggia e senza regole, trae evidenti vantaggi economici ed elettorali".

Questo è quanto si può leggere sul sito di Forza Nuova, una delle formazioni tra le più attive nel panorama dei movimenti della destra italiana.

A chi crede che i rischi connessi all'intolleranza politica oggi siano stati azzerati bisogna chiarire come, nonostante siano passati alcuni decenni dal periodo più "turbolento" della storia della repubblica, quello delle bombe e dei tentativi di golpe e magari non è più presente una regia internazionale atta a indirizzare la situazione socio-politica del nostro Paese in determinate direzioni, rimangono ben vivi (ahinoi!) comportamenti, una mentalità ed un sistema di valori che mantiene una impostazione violenta di vedere e trattare, non solo chi la pensa diversamente ma proprio ancor più profondamente è diverso.
Accade cosi che immigrati, omosessuali ed in generale persone che non somigliano alla tanto invocata "fibra gloriosa che garantisca il futuro del nostro popolo" che consenta di "combattere le battaglie fondamentali dell’Onore e della Civiltà", diventano i bersagli favoriti di una mentalità fascista che recluta adepti tra gli strati più disagiati e impressionabili.

Accade cosi che nel nostro Paese, nel solo 2006 siano più di cento le aggressioni certificate e denunciate da parte di skinheads e neofascisti militanti contro centri sociali, frequentatori di centri sociali, compagni, antifascisti, omosessuali, immigrati, studenti, testimoni di Geova, ecc.
I metodi?... I soliti! Si va da "semplici" insulti verbali, atti vandalici e minaccie agli schiaffi e spintoni a mò di provocazione quando non sono arrabbiati (di cui lo stesso che scrive è stato fatto oggetto la scorsa settimana a Bari assieme ad amici la cui semplice colpa era quella di stare antipatici ad un gruppo di squadristi) sino al repertorio "classico" di manganellate, pestaggi, aggressioni accomunate dalla gratuità quanto dalla immotivatezza.

Certo, ai loro occhi non sono poi cosi immotivate... il loro collage di valori e doveri giustifica, anzi, spinge per il solito bene per la Patria e cose del genere, specie per l'onore, dal quale le loro gesta sono pervase (lo stesso che li porta ad aggredire persone che stanno per cacchi loro, sole e disarmate) a spendersi per la nostra civiltà "quotidianamente stuprata e umiliata da balordi senza patria". Questi moderni, ma che allo stesso tempo affondano le radici in un passato lontano quanto malsano, disadattati dei giorni nostri che tra i loro più raffinati pensatori annoverano gente i cui punti politici presentano un mix di populismo più una serie di concetti cardine del tipo "restituire l'Italia agli italiani" e di mettere sotto embargo... la Cina... (?!?) sono senza dubbio un pericolo per molta gente... ed in questo non fanno davvero discriminazioni.

22 novembre 2006

SOS Gaza, SOS informazione

Sabato 18 novembre, si sono svolte due manifestazioni: una a Milano, l’altra a Roma. Obiettivo comune delle manifestazioni è stato quello di avvicinare il popolo di centrosinistra e sensibilizzare i cittadini alle tematiche mediorientali. Tutto si è svolto nella (quasi) totale indifferenza del servizio pubblico: anche con questo governo, la RAI non ha mandato alcuna diretta televisiva (tranne Rai Tre, per circa mezz’ora).
La manifestazione di Milano, organizzata dalla Tavola della Pace, ha visto la partecipazione della maggior parte dei partiti di governo del centrosinistra (DS, Margherita, Rifondazione, Verdi), dei sindacati CGIL, CISL e moltissime associazioni.
Al corteo di Roma, organizzato dal Forum Palestina, hanno partecipato come ogni anno PdCI, Cobas e diversi centri sociali ed associazioni.
Due piattaforme abbastanza diverse tra loro. A Milano si manifestava, in maniera abbastanza generica ed equilibrata, contro il terrorismo e a favore della convivenza pacifica tra i due popoli in conflitto, facendo proprio il motto "due popoli due stati". A Roma, invece, la manifestazione ha sollevato questioni precise e generato allarmismi: il corteo ha manifestato contro la politica guerrafondaia di Israele verso i palestinesi e il Libano, chiedendo la revoca dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele ratificato nel 2005 e (ahinoi!) bruciando manichini e citando slogan ormai famosi.

I commenti ex post da parte di telegiornalisti e chierici vari, sono stati, a dir poco, raccapriccianti! Nessun Tg, nessun programma di "sprofondamento", nessun Dottor Vespa di turno ha tematizzato la sostanza delle manifestazioni che, anche se con modalità diverse, hanno cercato di catturare l’attenzione degli italiani sul tema della questione mediorientale e, in particolare, palestinese.
Tra matrimoni Vip e dimissioni di avvocaticchi, l’attenzione dei "disinformatori" si è concentrata sul "grande tema" se è giusto o sbagliato bruciare bandiere o gridare cattivi slogan alle manifestazioni, cercando (anzi!) di tematizzare la legittimità dell’essere comunista a questo mondo.
Inutile dire che bruciare bandiere e recitare slogan poco ortodossi sono atti che, se giustificabili sotto certi aspetti, non fanno altro che offuscare il vero messaggio politico che si intende manifestare… come è inutile ripetere che essere contro la politica (?) di Israele non significa essere antisemita…; però, è importante sottolineare la stupidità e la tendenziosità di alcuni programmi d’informazione che, a loro volta, vengono utilizzati come "armi di distrazione di massa" da parte del potere politico, economico e culturale per fuorviare o nascondere i veri problemi ai cittadini-fruitori televisivi.

13 novembre 2006

L'ONU condanna il "bloqueo" su Cuba

Mercoledì 8 novembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU), per la 15° volta consecutiva, ha approvato una risoluzione che condanna il pesante embargo economico che gli Stati Uniti impongono a Cuba.
La risoluzione, elaborata dal Segretario generale ONU Kofi Annan, intitolata "La necessità di mettere fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti su Cuba", denuncia le pressioni e le minacce che il Governo USA perpetra nei confronti, sia delle banche straniere, sia dei cittadini che vorrebbero tenere relazioni con l’isola caraibica. Tale risoluzione è stata approvata a larghissima maggioranza: su 188 nazioni, 183 favorevoli alla risoluzione, 4 contrari (tra cui USA e Israele) e 1 astenuto (Micronesia).
Il "bloqueo" (così chiamato dai cubani) pesa sull’isola della Revolución dal 1962 nonostante l’alternanza alla presidenza degli Stati Uniti che negli anni c’è stata tra democratici e repubblicani.
Il Ministro cubano per le Relazioni Estere, Felipe Pèrez Roque, in un suo discorso, ha definito il bloqueo come "la guerra economica più lunga e crudele che la storia abbia conosciuto" e che "costituisce una violazione del diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite". Roque ha anche ricordato a tutti i rappresentanti delle nazioni che gli USA hanno anche approvato nuove misure per rinforzare ed ampliare l’embargo commerciale e finanziario.

Anche Papa Giovanni Paolo II, a seguito della 13° risoluzione dell’ottobre 2004, si pronunciò contro "l’invisibile muro dei Carabi". Queste le parole del Papa: "la Santa Sede desidera vivamente che si possano superare quanto prima gli ostacoli che impediscono la libera comunicazione e gli scambi commerciali fra Cuba e parte della comunità internazionale, arrivando mediante un dialogo rispettoso e aperto a tutti, alla condizione necessaria per un autentico sviluppo".
Del resto, Papa Wojtyla non mancò mai di sottolineare che "le differenze di pensiero non devono produrre alcuna forma di conflittualità sociale".

A quanto pare, gli Stati Uniti non intendono porre fine al blocco economico e all’unilateralismo criminale che caratterizza i propri interventi, in barba al principio di “autodeterminazione dei popoli”, alle norme di diritto internazionale e alla autorità dell’ONU che, a sua volta, viene beffata per l’ennesima volta (come quando l’ONU condannò l’intervento militare illegale degli USA contro l’Iraq).
Ora, alcune domande sorgono spontanee: è giusto sanzionare un governo (legittimo!) soltanto per mancanza di "affinità ideologiche"?!? O, addirittura, gli USA intendono esportare con le bombe "la loro democrazia a stelle e strisce" anche a Cuba (come in Iraq, ecc)?!?

08 novembre 2006

Risultati del week-end calcistico ginosino (4-5/11/2006)

Nella 6° giornata del campionato regionale di serie C2 di calcio a 5 , le compagini ginosine ottengono una vittoria (Team Ginosa) e una sconfitta (Parma Club Ginosa).
Sabato 4 novembre, il Team Ginosa ha ospitato lo Sport 2000 Putignano vincendo per 2-0. Una vittoria sofferta, come si evince dal risultato, ma che proietta la squadra a (soli) 2 punti dalla zona play-off. E’ ancora presto per stabilire gli obbiettivi degli uomini di mister Noia, ma siamo certi che con un pò di continuità si potrà raggiungere una posizione in classifica di tutto rispetto. I marcatori di giornata sono stati Malvai e Spinelli. Ottima la presenza di pubblico.

Nella stessa giornata il Parma Club Ginosa è stato impegnato nella difficile trasferta contro il Noci. Le condizioni metereologiche (temperature vicino a 0° C) hanno reso ancora più duro l’incontro. Dopo un avvio di gara equilibrato (0-0 i primi 20 minuti) il Parma Club Ginosa ha cominciato a cedere qualcosa agli avversari, chiudendo la prima frazione sul 4-1 (gol ginosino di capitan Iacovino su tiro libero). Nella seconda frazione di gara si è assistito al solito calo fisico e alla solita mancanza di concentrazione della compagine ginosina, che ha prodotto una sorta di tiro al bersaglio fissando il risultato finale sul 12-1. Questo il quintetto titolare schierato da mister Parisi: Chiancone G., Mastrodomenico G., Iacovino V., Pupino R., Parisi B.
Speriamo che questa sfilza di risultati negativi si interrompa e si riesca ad incamerare i primi punti nella gara casalinga di sabato prossimo (avversario di turno il Calcio Pellegrino Castellana Grotte).

Domenica 5 novembre, ancora un risultato positivo per l’A.S. Ginosa nella 2° giornata del campionato provinciale di terza categoria. Dopo l’esordio vittorioso sul non facile campo di Talsano contro l’Anspi (partita sospesa a causa del comportamento violento da parte del portiere di casa ai danni del direttore di gara) con il risultato di 0-1 per il Ginosa (gol di Guida), gli uomini di mister Giosuè hanno ottenuto un buon pareggio tra le mura amiche del T. Miani contro i tarantini del Paolo VI, squadra candidata alla vittoria finale. Dopo aver subito un gol nel primo tempo, i biancazzurri hanno agguantato il pareggio con un bel gol del giovanissimo Lovecchio, che ha deviato in porta una palla di testa, crossata benissimo dal limite da De Tommaso. Buona presenza di pubblico nonostante il freddo che ha attanagliato la città in questa domenica di calcio.

04 novembre 2006

Taranto: mò avast!!!

L’inverno è alle porte. Sicuramente a breve si ritornerà a parlare di “emergenza gas”. E allora che si fa? Alcuni vedono la soluzione nei rigassificatori (impianto ad alto impatto ambientale). Altri si oppongono ed invitano i governanti ad adottare misure alternative che siano sicure, efficaci e non inquinanti.
Domenica 29 ottobre, il programma televisivo Report (Rai Tre) condotto da Milena Gabanelli, ha dedicato una puntata ai rigassificatori e alle fonti energetiche rinnovabili. L’inchiesta “A tutto gas” curata da Michele Buono e Piero Riccardi, parte da Taranto. A ben vedere, pare che i rigassificatori si prestano non tanto ai bisogni reali dei cittadini, quanto a logiche di mercato.
Infatti, numerose sono le contraddizioni:
- la società spagnola Gas Natural ha chiesto l’autorizzazione alle amministrazioni locali e ai ministeri competenti per poter costruire un rigassificatore per la trasformazione di gas liquido a Taranto, in una zona già profondamente martoriata dall’inquinamento prodotto dagli impianti presenti (Ilva, Agip, Cementir) e nonostante lo scoppio di uno dei serbatoi della raffineria Agip avvenuto il 1° maggio 2006 che ha provocato non pochi danni (e chissà quanti altri né avrebbe provocato se lì, in quella zona, ci fosse stato un rigassificatore!);
- si parla di “emergenza gas”, quando alcune importanti società italiane nei momenti di bisogno hanno esportato all’estero energia elettrica prodotta dal nostro gas importato (un paradosso!);
- nel 2005 il premio Nobel Carlo Rubbia è stato cacciato dall’Enea da parte del Governo Berluska e sostituito da un “ingegnere” della Lega Nord di discutibili competenze. Il Professore era intenzionato a realizzare in Italia una centrale elettrica ad energia solare, attività che tutt’oggi continua a realizzare in Spagna. Si!... Lo stesso Paese della Gas Natural… Ormai barattiamo i Nobel per i rigassificatori!!;
- si tende a “dimenticare” che i Paesi fornitori come Russia e Algeria hanno più interesse loro ad esportare, che noi ad importare gas. Nonostante ciò, siamo certi che a breve politicanti e media inizieranno, di nuovo come l’anno scorso, a diffondere un clima allarmistico, quanto immotivato;
- mentre la Germania investe sulle energie rinnovabili (fotovoltaico, isolamento termico, ecc.) producendo più energia di quanto ne serva ad impatto zero (addirittura immettendo parte di essa nella rete nazionale), in Italia, nonostante il bel sole che ci illumina e riscalda, si vuole investire sui rigassificatori.

A Taranto, lo scorso 30 settembre, i Comitati di Taranto, Grottaglie e Brindisi, con il sostegno dei commercianti della Confcommercio, insieme a moltissimi cittadini hanno ribadito il loro “NO al rigassificatore” e manifestato il proprio dissenso verso “certe politiche” che assumono diverse logiche, tranne quelle dovute: il benessere dei cittadini e la tutela ambientale.
Il Comitato contro il rigassificatore, ha promosso una “petizione popolare contro la realizzazione del rigassificatore” a Taranto e a Brindisi, raccogliendo le firme di tutti coloro che non intendono continuare a sopportare decisioni dall’alto, ingiuste e soprattutto dannose per la salute e l’ambiente.

Al fine di una maggiore sensibilizzazione, anche noi autori di questo blog abbiamo deciso di contribuire alla raccolta delle adesioni nell’ambito territoriale che ci è possibile frequentare. Per firmare la petizione potete contattarci all’indirizzo e-mail coffeeandcigarettes11@gmail.com o lasciare commenti in questo blog nella sezione "comments" (a meno che non ci si trovi in giro).
Per maggiori informazioni o per divenire “cittadino attivo” contribuendo alla raccolta firme, è possibile scaricare tutto il materiale necessario (modulo, adesivo e volantino) dal sito www.tarantosociale.org
Facciamoci sentire! Le alternative sono possibili!

«Se vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore rispondere, con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima agricoltura» Archita (428 a.C. – 347 a.C.)

30 ottobre 2006

Reporters sans frontières: rapporto 2006

L’organizzazione per la difesa della libera informazione Reporters sans frontières, ha pubblicato il 5° rapporto sulla libertà di stampa nel mondo. Le sorprese non sono mancate! L’Italia si trova in 40° posizione, guadagnando due posizioni rispetto al 2005. Domanda: cominciamo a trarre i primi benefici del dopo-Berluska o sono gli altri Stati ad aver peggiorato la propria posizione?! I Paesi dove continua ad esserci sempre meno libertà d’informazione sono Cuba, Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord come fanalino di coda. Le prime quattro posizioni sono occupate da Paesi Europei: Finlandia, Islanda, Irlanda e Paesi Bassi. E… gli Stati Uniti?! “I pionieri della libertà” continuano a scendere nella classifica, collocandosi al 53° posto; tale posizione meraviglia (e non poco) se si considera che nel 2002 si collocavano addirittura al 17°! Questo crollo si deve principalmente al Presidente Bush e alla sua amministrazione, che usa demonizzare tutti quei giornalisti che mettono in discussione la sua guerra al terrorismo. Analizzando la classifica nella sua integrità, si nota che pluralismo e libertà d'informazione non sono una prerogativa dei Paesi economicamente sviluppati. Quindi, la ricchezza economica non può essere concepita come indicatore di civiltà di un popolo. La libertà di stampa non può esserci in Paesi dove i poteri (politico, economico) influenzano il mondo dell’informazione. La maggior parte dei giornalisti dovrebbero avere le possibilità e soprattutto la forza e la volontà di opporsi ai poteri. Non può esserci democrazia se non c’è libertà di critica. Se la stampa è compiacente non conta nulla, non ha valore. Nei Paesi occidentali, soprattutto in Italia, questi principi elementari trovano difficile applicazione (vedi Berlusconi e "poteri forti").

24 ottobre 2006

Gentiloni vs Mediaset?

Giorni fa, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge per la riforma del settore radio-televisivo, presentato dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Intanto, Berluska & Co hanno denunciato “atti di banditismo” e cercato di trascinare il Capo dello Stato sul ring della politica. Il testo della riforma verrà esaminato dal Parlamento e, se approvato, andrà a sovrascrivere la legge Gasparri del 2003, meglio conosciuta come “legge salva Rete4”.
In sostanza, il testo prevede tetti pubblicitari più severi per ogni editore, riforma dell’Auditel, parificazione delle televendite agli spot pubblicitari, il passaggio di una rete Rai ed una Mediaset dall'analogico al digitale (prima della totale conversione al digitale dell’intero settore radio-televisivo, prevista per il 2012).

“BENE!” si dirà… se non si considerano alcuni problemi:
- il trasferimento è previsto per il 2009… sempre se l’attuale governo non cade e Berlusconi non vince le elezioni sino ad allora. La migrazione riguarderà in ogni modo l’intero sistema televisivo nel 2012, con la differenza che Emilio Fede precederà tutti nel 2009 (…cosa cambia?!)
- l’ulteriore elusione delle due sentenze della Corte costituzionale (la prima del 1994, la seconda del 2002) che hanno dichiarato l’illegittimità, rispettivamente, della legge Mammì e della legge Maccanico (entrambe targate csx). Infatti, l’ignavia dei pluri-governi di centrosinistra è stata tale da garantire, per più di 10 anni, l’occupazione illegale delle frequenze da parte di Rete4 (senza contare i decreti su misura pre e post-anni ‘90)
- le frequenze occupate abusivamente da Rete4 (nel 2009 compirà 15 anni) sono destinate legalmente all’emittente Europa7 di Francesco Di Stefano che, nel 1999, vinse la gara d’appalto (poveraccio… e da tanto che aspetta!).

Mitica la puntata del programma “Parla con me” di domenica 15 ottobre, dove Dario Vergassola, per capire le mosse dei politici nostrani riguardo alla riforma TV, consulta il dizionario “Montecitorio-Italiano” (degli inciuci).
La maggioranza degli italiani pretende un centrosinistra autorevole (che faccia il centrosinistra… insomma) e che, in materia di TV, liberalizzi seriamente le frequenze, risolva il problema del conflitto d’interessi e che renda il servizio pubblico veramente autonomo, sottraendolo dall’ingerenza dei partiti (a riguardo, vedi il ddlPer un’altra TV” a cui, per la raccolta firme, ha contribuito anche la Sinistra Giovanile di Ginosa).
Le linee guida della riforma andrebbero (più o meno) bene, se non fosse per il “regime transitorio” che perdura (e, a quanto pare, perdurerà) nel tempo. Una situazione positiva per Mediaset e negativa per il pluralismo dell’informazione che la Costituzione sancisce. Che il governo “governi”… perbacco!!

12 ottobre 2006

Fumatori molto onorevoli

Quante volte, dopo aver approvato leggi “allucinanti”, ci siamo chiesti: “ma si sono drogati o cosa?!” Ebbene sì! Per la precisione, di cannabis e di coca!
Per carità, nulla da dire. Ognuno è libero di gestire la propria vita come meglio crede. Però, a quanto pare… questo principio non vale per i comuni cittadini che, se colti in flagranti o in possesso di sostanze stupefacenti, anche con modiche quantità rischiano il carcere, “la comunità” (?!) o come minimo la foto in prima pagina su “giornaletti provincialotti”!
Dall’inchiesta delle Iene, effettuata attraverso un test tampone (drug-wipe) all’insaputa di 50 parlamentari nostrani, il 32% (16 “tamponati”) è risultato positivo al test; di questi, 12 alla cannabis e 4 alla cocaina.
L’Autorità garante dei dati personali, giustamente (ma “non sempre puntualmente”: vedi l’inchiesta simile effettuata su ragazzi comuni qualche anno fa, sempre dalle Iene) ha censurato il servizio, anche se le Iene avevano comunque dichiarato l’intento di volerlo mandare in onda tutelando la privacy degli intervistati (camuffando i volti) come hanno sempre fatto.
In questi giorni c’è stato un gran parlare a riguardo, fino alle parole del demagogo Casini: “facciamo tutti un test antidroga per individuare i parlamentari che fanno uso di droghe” a detto. Si! Magari mandandogli un preavviso mezzo posta!
Un dubbio sorge spontaneo nella mia mente: ha senso proibire l’uso di droghe se nemmeno i proibizionisti riescono a starne alla larga?!? Ora, voglio dimenticare che sono passati 6 mesi dall’inizio della legislatura senza mai calendarizzare una discussione sulla legge più repressiva d’Europa verso i consumatori (legge Fini-Giovanardi), sperando che nelle prossime settimane si metta mano alla legge (magari con la stessa tempestività con cui è stato redatto ed approvato il decreto-legge sulle intercettazioni illegali, che riguardavano anche i politici stessi!).

11 ottobre 2006

1° post

Salve a tutti!
Per superare la sindrome da “primo post”, vorrei iniziare raccontando brevemente com’è nata l’idea di farci un blog.
Allora…… un pomeriggio di settembre, io (Vito) e il mio amico Angelo stavamo cazzeggiando su internet, quando per caso approdiamo su Blogger.com e apprendiamo la possibilità di realizzare un blog a costo zero. Dopo aver valutato l’opportuna utilità di un blog, abbiamo iniziato a “pigiare i bottoni” così, per gioco. In seguito abbiamo deciso di chiamare il nostro blog “Coffee & Cigarettes”, si!...... come il film di Jim Jarmush! Così, dopo non poche difficoltà con l’html, finalmente ci siamo riusciti!
Non intendo sin da ora indicare strettamente gli argomenti che tratteremo (anche perché non ne abbiamo idea!): di sicuro non parleremo di noi stessi, bensì di ciò che accade “fuori”. Quindi, invito i visitatori a leggere i prossimi post e a lasciare commenti, oppure e-mail all’indirizzo coffeeandcigarettes11@gmail.com
Alla prossima! (magari con argomenti concreti).